Le Marche e la gestione del terremoto

All’inizio furono le piste ciclabili ai margini dell’area sismica.Poi arrivarono i mercatini di Natale fuori  dalle zone devastate dal sisma del 2016. Seguirono poi il Rettorato di Ancona e le fiere a Cracovia,Praga e Minsk e Vilnus. Eppure i 248 milioni di euro ,tra fondi europei per lo sviluppo regionale (F.E.S.R.) e cofinanziamento  nazionale ,dovrebbero avere uno scopo ben specifico. La montagna di danaro rientra nell’ormai  famoso “Asse 8″ introdotto dalla Commissione Europea ,la titolazione non avrebbe dovuto lasciare dubbio   alcuno :” Prevenzione sismica e idrogeologica,miglioramento dell’efficienza energetica e sostegno alla ripresa socio-economica delle aree colpite dal sisma”. Partire dalle piste ciclabili risulta un pochino irriverente,o no? E’da questo “cortocircuito” di legalità che nasce la forte opposizione dei cittadini che arrancano tra ricostruzione che latita e casette nelle quali nasce la “muffa tossica”. Una rivisitazione delle casette de L’Aquila di Silvio Berlusconi premier che giustamente scatenò un putiferio mediatico. Questa è per noi distrazione dei fondi pubblici,quanto meno un impiego “allegro”,spiega Francesco Pastorella che dovrebbe essere ancora il coordinatore dei 114 comitati di terremotati presenti nelle quattro regioni colpite dal sisma del 2016.Non è un caso che,in maniera trasversale,sia Antonio Tajani, ex presidente dell’Europarlamento e la deputata  Patrizia Terzoni ,a suo tempo chiesero più volte lumi alla Giunta PD. Oggi l’imbarazzo sarebbe alle stelle,con i nemici che vogliono fare un giro di valzer. Tutto ebbe inizio quando iniziò a circolare la voce di uno stanziamento di 10 milioni di euro per la realizzazione di due piste ciclabili,un’idea che la Regione aveva già avuto con i soldi raccolti con gli s.m.s solidali al numero 45500 . In quel caso l’intenzione era di stanziare 5,5 milioni per l’opera,poi bloccati per le proteste dei comitati. E’ come togliere la fame comprando cornetti in pasticceria. La cittadinanza rispedì al mittente la proposta affermando che le priorità dovevano essere altre,che la ricostruzione di fatto non era ancora partita,mancando ancora servizi primari per la cittadinanza. Scuole come quella di Pieve Torina  denunciavano la mancanza,e forse lo è ancora oggi,del sistema di riscaldamento nelle scuole dei più piccoli. La cittadinanza è esausta da questo gioco del rimpallo,tra la Regione e il Commissario alla ricostruzione. Parlano di ripresa turistica ma poi si preferisce finanziare mostre e fiere all’estero,incapaci poi di trovare 200 mila euro per riparare gli impianti di risalita di Frontignano,stazione sciistica che da sola attrae almeno 30-40 mila turisti l’anno.La risposta la cittadinanza l’ha ricevuta nella delibera n. 20 del passato gennaio dove vi è scritto che la regione intende finanziare con parte dei 248 milioni comunitari “dell’Asse 8” l’immagine delle Marche nel biennio 2019/2020. In questo elenco c’è di tutto. Da Oslo a Berlino,Mosca,Shangai,sino ad arrivare alla “Conferenza Continentale dei Marchigiani nel mondo”. E così via sino ad arrivare ai mercatini di Natale in provincia di Pesaro,che centra poco con le aree terremotate. Ma non è tutto. Prima di questa delibera,infatti,già a dicembre con un altro atto regionale si era deciso di intervenire,questa volta per “l’adeguamento sismico” in strutture che,secondo i comitati cittadini non erano prioritarie. Una su tutte: Palazzo Raffaele,sede della Giunta Regionale. Siamo tornati ai “cornetti”,ma questa volta nel Palazzo del potere locale. Chissà poi perché. In questo caso l’elenco è molto più lungo. Lauti finanziamenti sono previsti per il Rettorato di Ancona (7 milioni),il Collegio “De Carlo di Urbino,la mensa universitaria della Politecnica delle Marche e l’ospedale regionale di Torrette ,quest’ultimo con un finanziamento di oltre 12 milioni di euro. L’elenco è lungo e lo spazio è poco. Accanto alle Marche,a cui guarda il caso ha lo stesso colore,rosso,del governo centrale che aveva stanziato i fondi,con il 62% dei fondi complessivi,troviamo  i 65 milioni a Lazio e Umbria che finiranno nel “cratere” del buco di bilancio. E’ da questo malcostume che si devono recuperare i fondi,i soldi che non ci sono più perché quantomeno sprecati o spesi senza un vero controllo della Corte dei Conti.

Aldo A.

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