Storie di banche rosso sangue

La cricca dei massoni si Banca Etruria, quella che aveva cercato di scalare l’istituto ai tempi della vicepresidenza di Pierluigi Boschi, papà della ministra Elena, stava provando a nascondere il maltolto e per tale ragione è finita in un’altra indagine, quella della Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari.Il presunto capo della banda è Flavio Carboni, condannato per il crac del Banco Ambrosiano e, in primo grado, per la costituzione della P3, è stato rinviato in  giudizio ad Arezzo nel maggio scorso. Con lui sono finiti in cella anche il suo braccio destro dell’epoca Valeriano Mureddu, Riccardo Piana, la moglie Maria Laura Scanu e d altre persone, anche loro per associazione a delinquere ,bancarotta, riciclaggio ed altri reati fiscali. Secondo gli inquirenti quasi mezzo milione di euro venne ripulito utilizzando un conto aperto presso Banca Etruria , grazie proprio all’interessamento di Pierluigi Boschi e del figlio Emanuele. Quattro degli indagati  di Arezzo rischiano di essere coinvolti nel processo di Cagliari dove il Pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia Guido Pani ha rinviato in giudizio il citato Carboni, Piana, Di Martino, Scanu Concas e l’attuale compagna di Carboni, Antonella Pau, oltre al figlio del faccendiere, Diego, che negli atti di  di Arezzo, cosa non da poco, erano citati ma non indagati. Le due Procure hanno indagato lo stesso gruppo di persone per mesi ma i pubblici ministeri di Cagliari hanno chiesto la rogatoria internazionale , quella di Arezzo , chissà poi perché, no.Il risultato ? Sono usciti dal cilindro venti milioni di sterline, o meglio,il loro passaggio.Il tesoro di Carboni. In Toscana nessuno approfondì sul passaggio e sul fondo del Qatar.In Sardegna le autorità giudiziarie hanno deciso di varcare i confini nazionali per scoprire cosa nascondesse tale operazione finanziaria e le sorprese non sono mancate. E’ emerso che l’ottantaseienne faccendiere, consapevole di essere intercettato, piangeva miseria, in realtà poteva contare su milioni di sterline. Secondo i magistrati nel 2014 la banda eludeva  sistematicamente controlli e sequestri di dieci milioni di sterline attraverso la Exagon  Housing System, poi rinominate Exagon  Housing ed infine nel 2016 Worldwide Graphen. Ma alla fine sono riusciti a recuperare quella montagna di sterline ? A rispondere il procuratore Pani ” Proprio trovati no, però abbiamo i dati”.  Alla domanda del giornalista :”  Che quei soldi sono stati depositati ?” La risposta del procuratore : “Così sembrerebbe “.  La banda dal 2009 al 201, secondo l’accusa , avrebbe intestato a prestanome barche, auto, polizze assicurative e societarie, auto di lusso per milioni di euro. La Procura di Cagliari, al contrario di quella di Arezzo, forse ha trovato il tesoretto. Quella di Arezzo neanche ci ha provato, regalando i badili e la sabbia a quella di Banca Etruria. Considerato che sono state risarcite soltanto 301 delle 1.753 vittime dei quattro istituti volutamente fatti fallire nel 2015. I loro nomi  sono scolpiti nella vergogna della politica che era allora  governo e di cui erano stati ispiratori : Banca Marche, Banca Etruria, Cassa Risparmio di Ferrara e Cassa Risparmio di Chieti. Ai tanti pensionati e massaie esperte di finanza a cui avevano rifilato tante solide obbligazioni subordinate.

Aldo A.

2 commenti su “Storie di banche rosso sangue”

  1. Banche rosso sangue…Se dovessero andare ad indagare fino in fondo usciranno nomi forti….L’italia NON è ancora preparata per questo.

  2. Avvisate la Boschi che la sua famiglia ha messo in mutande tante famiglie a cui hanno fatto sottoscrivere subordinate che valevano meno della peggiore carta igienica. La boschi dovrebbe tuffarsi nel wc insieme al Pinochio di Rignano. Invece ambedue sono in Parlamento e non a Sollicciano..La doppia morale del PD.

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